Proprio qualche giorno fa su Instagram abbiamo parlato dell’importanza della chiarezza d’intenti al fine di lavorare e creare in maniera efficace.
La chiarezza d’intenti, però, non nasce in maniera totalmente autonoma ma è stimolata e sostenuta da una motivazione intrinseca, personale, che ci spinge ad agire.
Per entrare nel merito di questo discorso ho voluto coinvolgere il coach Manuel Caviglia che, in questo articolo, ci guiderà alla riscoperta del significato di motivazione intrinseca e ci spiegherà perché è così importante ritrovare la propria.
Da qui in poi vi lascio alle parole di Manuel.
Buona lettura!
“Quando parliamo di obiettivi, buoni propositi mi vengono in mente subito due persone che conosco.
Una svolge la sua bella attività di meditazione serale per chiudere la giornata. Poi scrive sul diario per vedere come si sta muovendo in base alle sue intenzioni e, andando a dormire, imposta la sveglia al mattino presto; così utilizza le prime ore del giorno per una passeggiata (o corsetta per i più temerari) per iniziare al meglio la giornata.
L’altra persona è quella che ascolta la prima sveglia, riflette su come il letto sia un luogo dove valga la pena restare un altro po’. Pensa che in fondo sia meglio andare a camminare un altro giorno in cui avrà più tempo. Così, dopo questa profonda analisi razionale decide di posticipare la sveglia di un’oretta e riposare ancora. Poi però, per qualche motivo, si sveglia più stanca di prima e deve comunque alzarsi per presentarsi ad un appuntamento (online di questi tempi).
Così la giornata procede, frenetica e piena di impegni e distrazioni (vogliamo metterci anche lo scroll in bacheca delle opinioni social sul covid e sui vaccini?).
Conoscete anche voi queste due persone?
Buoni propositi, intenzioni consapevoli che al momento di attuarle perdono di energia.
Tutto questo ci insegna che non basta avere obiettivi e intenzioni chiare, ma abbiamo bisogno dell’energia per perseguirli e metterli in atto. Questa energia si chiama MOTIVAZIONE.
La parola MOTIVAZIONE già dice tutto, il motivo, lo scopo che guida le nostre azioni.

Viviamo in una società che ci fa muovere per scopi poco motivanti.
Studio per il voto, lavoro per lo stipendio e per far quadrare i conti… Tutte leve estrinseche, esterne che non poggiano sul piacere di fare le cose, su valori personali, su ciò che per noi è davvero importante.
Quanto siamo motivati nell’occuparci di un figlio o di qualcuno che amiamo davvero? In quel caso non abbiamo bisogno di un voto per impegnarci. Il sentimento che proviamo per lui ci guiderà nel prendercene cura.
E veniamo al ruolo delle nostre emozioni nel processo motivazionale
Se un obiettivo non ci stimola emozioni piacevoli nel profondo, se non soddisfa un nostro valore o un senso di scopo più ampio difficilmente potremo perseverare nel lungo periodo senza stimoli esterni.
Dobbiamo coltivare la nostra Motivazione Intrinseca, ovvero trovare una risposta interiore nelle cose che facciamo, una leva interna che ci fornisca l’energia per perseverare, programmare e che ci dia la disciplina necessaria per rimanere focalizzati.
E devo svelarvi un segreto…Anche questo non basta!
Nel mondo esterno siamo soggetti a situazioni, persone, momenti particolari che potranno minare la nostra energia e qui la partita inizia a essere giocata a livello emotivo.
Sono le emozioni a guidare le nostre azioni e se non siamo in grado di osservare questo legame causa-effetto la nostra Motivazione Intrinseca non poggerà su solide basi.
Da molti anni lavoro sullo sviluppo dell’Intelligenza Emotiva, di cui trovare la motivazione intrinseca è una competenza essenziale.
Per muoverci davvero in modo intenzionale abbiamo anche bisogno di imparare a gestire positivamente le nostre emozioni.
L’Intelligenza Emotiva in effetti è un insieme di competenze che lavorano insieme per renderci più consapevoli, intenzionali e in rotta verso uno scopo importante.

Ma cosa possiamo fare quando proviamo emozioni spiacevoli che ci bloccano?
Molti esempi illustri ci dicono che in momenti di blocco creativo il modo migliore per ri-centrarsi è prendersi una pausa, fare altro, possibilmente qualcosa di piacevole o un semplice riposo che calmi la mente.
Grandi geni come Einstein o Edison risolvevano ricorrendo alla loro poltrona preferita mettendosi in uno stato di rilassamento.
E come fare quando il “blocco” è guidato da emozioni sfidanti, momenti complessi della vita?
Una chiave è imparare ad ascoltare le nostre emozioni, la propria voce interiore.
Ricordo una serie TV in cui il protagonista sentiva delle voci ed era andato in cura.
Quando esce e rivede un suo amico, questi gli chiede: “Sei guarito?”.
E lui risponde:” Si finalmente!”.
”Quindi non senti più le voci?”
“Sono guarito perché ho imparato ad ascoltarle e capire cosa vogliono dirmi”

Questo dobbiamo fare con le emozioni, comprendere che un momento di tristezza può suggerire una pausa, un bisogno di entrare in uno stato di riflessione, la rabbia può darci energia che si può trasformare in grinta per aggirare un ostacolo o una difficoltà.
Perseguire i propri scopi più profondi richiede sapersi ascoltare.
Alcune volte questo ci porta a fluire nelle cose piuttosto che remare contro corrente.
Ed è nel fluire, nell’essere nel flusso che arrivano le intuizioni. Sboccia la creatività e le emozioni che proviamo in questo stato sono indescrivibili. Qualcuno parla di entusiasmo (da en-theos – avere Dio dentro di noi – realizzare la nostra parte più intima, spirituale se vogliamo).
Quindi una bella ricetta per alimentare i nostri obiettivi guidati dalla nostra motivazione è:
- Trovare le nostre leve più interne che ci tengono in rotta.
- Allenare la Motivazione Intrinseca che ci tiene allineati con il nostro “perché”
- Osservare il ruolo delle emozioni nella nostra navigazione (non c’è solo il timone c’è anche il mare con le onde da gestire).
- Comprendere il messaggio utile dell’emozione in modo da capire quando insistere o prendere una pausa, come rimettersi in focus e come trarre il massimo da stati di “flow”.
E quando ampliamo la nostra visione in questo modo smettiamo di essere la persona con i buoni propositi la sera e smettiamo anche di essere quella che rimane a latto e non li attua la mattina.
Chi siamo quindi?
La risposta è una sola: siamo noi stessi.“
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